Nel frattempo conoscete un po' di Aida tramite le domande che le ho fatto.
Buona lettura
Roby.
Ciao Aida,
benvenuta e grazie per aver scelto Librilandia per questa intervista. Senza
togliere tempo prezioso a te e a ciò che ci racconterai del tuo romanzo
d’esordio, direi di procedere con la prima domanda.
Come e quando ti è venuta l’idea dietro la storia di
Prima di noi?
Ciao Roby e
grazie a te per questo spazio. Questa dovrebbe essere una domanda dalla
risposta facile, forse la più facile, ma per me non è così. La genesi della
trama risale a molti anni fa, di solito rispondo dieci anni ma credo siano un
po' di più. È successo grazie alla scena di un film, di cui non ricordo nemmeno
il titolo, che iniziò a tormentarmi finché non diede vita al primo abbozzo di
trama. C'è da dire che inizialmente era molto più semplice ma via via è
diventata complessa e molto articolata, ma il tema principale esiste fin
dall'inizio.
Parlaci un po’ dei personaggi: qualcuno di essi in
qualche modo somiglia a te (nei gesti, nelle reazioni…)? Oppure sono l’esatto
opposto di quello che tu sei?
Bella
domanda. Inizio col dire che secondo me tutti gli scrittori mettono un po' loro
stessi nei personaggi, anche quelli che dicono di no. Io non sono da meno e
sento di poter dire che c'è un po' di me in ognuno di loro – beh forse in Sally
no, tu sai di chi parlo... - ma se devo individuare qualcuno credo sia Thomas,
mi rispecchio in lui in molte cose e so che è strano perché è un uomo ma
abbiamo tratti caratteriali simili, entrambi soffriamo molto quando veniamo
feriti e reagiamo chiudendoci in noi stessi. Una caratteristica che accomuna
quasi tutti i miei personaggi è l'ironia, mi sono accorta che anche il
personaggio più odioso ne possiede una buona dose: penso a Thomas, Patrick il
suo migliore amico e Simon il suo braccio destro, che sono i più divertenti.
Poi la stessa Jacqueline e Gina, la sua collega/nemica/amica, passando per i
personaggi negativi della storia che non sono molti ma sono davvero odiosi.
Tutti, chi più chi meno, hanno la loro dose di ironia che può essere bonaria e
divertente o cattiva e disturbante. Ho creato un parterre di personaggi
diversissimi tra di loro per ruoli e destini, ma con questo filo conduttore del
tutto involontario, che rispecchia un aspetto del mio carattere forse
preponderante rispetto ad altri. A parte l'estrema sensibilità.
Quali sono i generi letterari che ti piacciono?
Faccio prima
a dire cosa non mi piace, cioè il genere Young Adult, forse semplicemente per
una questione anagrafica, non riesco a immedesimarmi nei giovanissimi
protagonisti e per me è fondamentale quando leggo un libro. Per il resto il mio
scaffale è pieno di libri – parcheggiati anche in doppia fila – di vario
genere: dai classici ai saggi storici, dai romanzi storici ai romanzi d'amore (con
moderazione, perché una storia d'amore deve essere credibile altrimenti diventa
parodia). Poca letteratura italiana contemporanea ma tra tutti spicca “L'ultima riga delle favole” di
Gramellini. Il mio Thomas è un omaggio al suo Tomàs.
Qual è il tuo libro preferito?
Ne ho due in
realtà, diversissimi per genere e autore. “Il
Dio del fiume” di Wilbur Smith, uno stupendo romanzo storico ambientato
nell'antico Egitto, e il già citato “L'ultima
riga delle favole” di Massimo Gramellini, lo adoro.
Cosa i lettori dovrebbero aspettarsi da questa storia
e dai suoi personaggi?
Sorpresa. È
ciò che mi è venuto in mente appena ho letto questa domanda. Ci sono delle cose
che credo i lettori non si aspettano e che li sorprenderanno davvero. Sono
certa che ameranno Thomas e Jacqueline, non si possono non amare due anime
così, complicate come ogni essere umano e nei quali quindi è facile
immedesimarsi. Sono anche certa che odieranno a morte altri personaggi e lo
spero! Perché se succederà vuol dire che li ho tratteggiati proprio come
volevo. Insomma spero che si appassionino, si innamorino e detestino i miei
personaggi esattamente come accade nella vita reale, perché vorrà dire che ho
scritto una storia vera, credibile. E spero che lasci in loro una traccia come
l'ha lasciata in me che l'ho scritta.
Sapresti descrivere in due/tre parole la tua
“creatura”?
La mia
storia è intensa, complessa e sorprendente.
Se potessi incontrare uno scrittore, con chi vorresti
prendere un caffè?
Solo uno?
Impossibile! Mi piacerebbe conoscere tutti quelli i cui libri mi affascinano,
emozionano e perché no, fanno arrabbiare. Dovendo fare qualche nome oltre ai
sopracitati Gramellini e Smith, mi sarebbe piaciuto prendere un caffè con Oscar
Wilde e... Bram Stoker. Sì, l'autore di Dracula.
Che progetti hai, come scrittrice, per il futuro?
Sto
scrivendo un altro romanzo sentimentale che spero di finire presto, per poi
passare a uno vittoriano e finalmente dedicarmi al soprannaturale: vampiri e
angeli mi affascinano molto. Dalle sembianze adulte ovviamente.
Grazie molte
Aida per essere stata con noi qui a librilandia. Ti auguriamo il meglio per il
tuo futuro e torna pure a parlarci dei tuoi prossimi lavori se ti fa piacere.
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